Il logo è nato come espressione del marchio, doveva rappresentarlo, doveva essere il suo biglietto da visita. Il logo di un grosso brand è l’identità stessa del brand, se ci capita di fronte un logo dovremmo essere in grado di ricollegarlo alla sua azienda. Non occorre certo fare esempi, ma per praticità, pensiamo semplicemente alla Nike: chi non ha presente il suo leggendario logo? Una virgola allungata che si trasforma nelle menti dei consumatori in garanzia di qualità, ci è subito chiaro che parliamo di una scarpa sportiva alla moda, un qualcosa di immediatamente riconoscibile. Oppure si pensi alla mela di Apple o al famosissimo logo della Coca-Cola, per non parlare di quello della Disney.
IL LOGO È L’IMMAGINE DELL’AZIENDA
Se poi pensiamo alle autovetture, quante aziende ci vengono subito in mente? Decine, forse di più, e senza star lì troppo a concentrarci: la Volkswagen, la Mercedes, la Ferrari, la Lamborghini, l’Audi, la BMW, la Renault, la Ford, la FIAT, la Citroen, ecc. Questi esempi si possono applicare a molte categorie merceologiche, dal cibo ai detersivi, dalle bevande agli elettrodomestici, senza dimenticarci dell’abbigliamento.
Notate ora una cosa molto importante? Sì, vero, parliamo di aziende B2C, ovvero che si interfacciano con il consumatore finale, e questo va bene, ma parliamo di aziende nate decenni fa, non certo di aziende createsi qualche anno fa. Dobbiamo inoltre sottolineare che, ora come ora, tutti i brand hanno il proprio logo, e moltissimi brand hanno speso decine di migliaia di euro per farsi creare una realtà aziendale professionale. Però pochi dei nuovi marchi ci rimangono in memoria e se succede è perché fanno altissimi investimenti in pubblicità, soprattutto in TV. I loghi più moderni che vengono subito in mente sono quelli di Google, di Amazon, di Ebay, tutti marchi legati al mondo di Internet.
LOGO SÌ O LOGO NO?
In ogni caso, non possiamo nemmeno pensare a una azienda senza un logo: sarebbe come fare la carta di identità senza la propria foto, quasi un paradosso. Quindi la domanda più importante è: ha senso creare un logo investendo centinaia o addirittura migliaia di euro? La risposta potrebbe anche essere: “Sì! Certo che ha senso…” ma subito dopo si pone un'altra questione, ovvero: quanto si dovrebbe spendere per avere un logo che possa entrare nella mente dei consumatori fin dal primo momento?
Ecco, questa domanda potrebbe essere una lama a doppio filo. Facciamo un esempio: sono una giovane azienda che sta mettendo le basi per un qualsiasi lavoro, B2B o B2C, ho in mente già un logo o comunque un nome per la mia nuova attività e mi piacerebbe avere una immagine carismatica e decisa. Però mi trovo anche a dover fare i conti con il budget che posso allocare per la creazione del logo aziendale e del nome e quindi decido di scaricare qualche immagine da Internet, qualche font e di buttare lì alcuni colori, i miei preferiti. Se me la cavo con i programmi di grafica allora il risultato potrebbe anche essere più che buono, ma se non ne so un granché molto probabilmente il mio logo non sarà abbastanza carismatico e deciso, e soprattutto non comunicherà al meglio la mia attività. In alternativa possiamo far riferimento a un’agenzia di grafica e sborsare alcune migliaia di euro per un logo che forse di lì a breve dovrò cambiare, per i più svariati motivi.
Ed ecco che arriviamo al punto saliente: probabilmente è meglio risparmiare qualcosa sulla creazione del logo e concentrarci di più sul nome dell’azienda, pensare bene alla propria attività e magari chiedere consiglio ad agenzie professionali ma con una visione aziendale contemporanea, consapevoli cioè che in questo campo una spesa eccessiva non è sempre sinonimo di qualità o di futuri guadagni.
L’IMPORTANZA DI FARSI NOTARE
Tirando le somme, ci troviamo in un momento culturale, economico e finanziario nel quale sono le piccole cose a fare la differenza, perciò il discrimine sarà soprattutto la qualità del servizio da noi offerto. Per esempio, se devo stampare delle magliette più volte l’anno, guarderò sì ai costi, ma anche alla qualità del risultato, alla disponibilità del mio fornitore, alla fatica che farò magari mentre ordino online la stampa o alle tempistiche di risposta alle email che invio per chiedere un preventivo. Lo stesso concetto di qualità si applica a qualsiasi azienda e a qualunque tipologia di servizio offerto. Se devo effettuare dei trasporti, mi interessa soprattutto che il materiale arrivi integro e se il corriere o il trasportatore mi danno una mano a scaricare è un servizio aggiuntivo che non ho pagato ma che quasi certamente mi farà richiamare quel fornitore.
Molto probabilmente la verità alla fine sta nel mezzo: di certo il logo è necessario per determinate attività e forse lo è meno per altre, ma potrebbe darsi che al giorno d’oggi anche un idraulico o un elettricista necessitino di un logo, o meglio ancora, per differenziarsi dalle decine di altri idraulici o elettricisti, oltre alla qualità del servizio che offrono, sarebbe opportuno avere sempre un’immagine professionale che passi attraverso un sito web semplice e conciso, con l’indicazione dei costi di uscita, dei costi festivi, delle qualifiche, dell’area di lavoro, degli orari di disponibilità e via dicendo. Infatti, se fino a pochi anni fa questi erano lavori che vivevano (e vivevano egregiamente) con il passaparola, ora è opportuno avere anche una presenza sul web e di conseguenza si pone la necessità di avere un bel logo aziendale, professionale ma dai costi ridotti, perché non sarà tanto il logo a entrare nella testa dei clienti, quanto piuttosto il servizio erogato.
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